Pescara, la studentessa abusata si presenta sotto casa della prof: lei chiama la polizia e la fa allontanare

La studentessa pescarese presunta vittima di abusi sessuali da parte di una prof si è presentata sotto casa della donna

Pescara, la studentessa abusata si presenta sotto casa della prof: lei chiama la polizia e la fa allontanare
di Paolo Mastri
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Martedì 16 Aprile 2024, 07:34

PESCARA Se ne ignorano i motivi, ma è accaduto. Sabato scorso. La studentessa pescarese presunta vittima di abusi sessuali da parte di una prof si è presentata sotto casa della donna, l'elegante attico e superattico nel quale, circa un anno fa, si sarebbe consumata la più grave delle violenze sessuali contestate nell'ordinanza che ha disposto per la docente di 55 anni la sospensione dall'insegnamento. Con la minorenne, sedici anni ancora da compiere, anche l'amica del cuore che nell'inchiesta aperta dalla procura di Pescara ricopre anche il ruolo di testimone chiave della storia d'amore malata tra docente e allieva. Situazione ad altissimo rischio, per l'indagata sulla quale grava anche il divieto di avvicinamento alla vittima e di contatti di qualsiasi natura, anche telefonici e telematici. A risolverla, l'intervento di una volante della polizia, richiesto dalla docente anche su suggerimento del marito. Un qualsiasi passo falso, persino rispondere al citofono o affacciarsi da un balcone, avrebbe potuto comportate l'aggravamento della misura cautelare; c'è da considerare infatti che erano gli arresti domiciliari la prima richiesta avanzata dalla Procura.

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LA DENUNCIA

È bastata la vista dell'auto degli agenti a far desistere le due ragazze, che dunque non hanno fornito alcun particolare sulle loro reali intenzioni, difficilmente immaginabili alla luce del complesso rapporto tra la studentessa e la sua prof, risoltosi con una brusca rottura dopo mesi di coinvolgente relazione affettiva, mai subita come imposizione dalla vittima, ma a tutti gli effetti impossibile in base al codice penale. Un fatto nuovo, dopo una settimana di sostanziale stasi nell'inchiesta messa in moto da una denuncia della psicologa della scuola, che offre obiettivamente un argomento alla difesa. Dopo la scelta del silenzio nell'interrogatorio di garanzia del giudice Francesco Marino, la docente indagata punta a ottenere la tribunale del riesame la revoca della misura cautelare. Con l'argomento principe della qualificazione del rapporto come semplice relazione di amicizia con un'allieva del primo delle superiori, particolarmente in difficoltà nelle materie scientifiche. Un'affinità nata dall'iniziale offerta di aiuto per migliore il rendimento scolastico, senza altri fini e soprattutto senza costrizioni.

L'ORDINANZA

Dice altro l'ordinanza del Gip.
Il consenso, che la vittima non nega, è ininfluente: ogni rapporto sessuale con un minore di 16 anni è considerato una violenza. Aggrava se, come in questo caso, il rapporto nasce all'interno della relazione docente allievo, che pone l'adulto in una condizione di autorevolezza e potere: la docente, scrive il giudice, «non ha esitato a corteggiare un'alunna di quattordici anno di età, dimenticando i doveri di custodia che le incombono». Un angolo dal quale la difesa tenta ora di uscire facendo leva sulla misteriosa spedizione di sabato e anche sollevando dubbi sulla regolarità della denuncia presentata alla questura dalla psicologa scolastica, senza informare la famiglia e senza autorizzazione delle gerarchie interne alla violazione del segreto professionale.

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